Una vita nel segno della politica, dagli onori alle polveri di una parabola che lo ha visto morire in Tunisia: ecco chi era Bettino Craxi.

La figura di Bettino Craxi spicca tra luci e ombre di una storia tra le più osservate e discusse dell’Italia repubblicana, primo socialista a guidare la nazione. È morto lontano dal Paese, in Tunisia, al culmine di una serie di vicende processuali che ne hanno travolto la carriera.

Bettino Craxi: la vita e la morte del leader socialista

Bettino Craxi è nato a Roma, sotto il segno dei Pesci, il 24 febbraio 1934. Primogenito di Vittorio Craxi, noto avvocato, e Maria Ferrari, si è laureato in Giurisprudenza e in Scienze Politiche, avviandosi alla carriera politica proprio in seno alla sua esperienza universitaria.

La sua figura è una delle più discusse di sempre, presidente del Consiglio tra il 1983 e il 1987 nel vortice di ‘Mani pulite‘ e dei processi per corruzione (accusa che ha sempre rigettato, sino alla fine).

La sua morte è datata 20 gennaio 1990, avvenuta durante la sua vita da esule ad Hammamet, in Tunisia, dove di fatto si era rifugiato scampando così all’arresto in Italia.

Il simbolo del partito di cui è diventato volto, il PSI (Partito Socialista Italiano), era il garofano rosso, identificativo dell’era craxiana. All’età di 23 anni è stato eletto nel comitato centrale, vicesegretario a ridosso degli anni ’70 e infine segretario del partito.

Craxi è diventato premier nel 1983, incassando il ‘titolo’ di primo socialista a guidare l’Italia repubblicana. Del 1986 il secondo governo Craxi, con il ‘patto della staffetta‘ che avrebbe visto un uomo della DC (Ciriaco De Mita) alternarsi alla guida del Paese dopo un anno e fino al termine della legislatura.

Un piano di successione al governo, questo, saltato nel 1987 (sfociato nella caduta dell’esecutivo nel 1989) con il tramonto del sostegno di Bettino Craxi alla galassia democristiana di De Mita.

Celebre la cosiddetta ‘crisi di Sigonella‘, un capitolo della sua politica che lo ha visto protagonista di un caso diplomatico Italia-Usa dopo il sequestro della nave Achille Lauro. L’allora premier Craxi (anno 1985) ha imposto il primato della sovranità nazionale per decidere la sorte dei sequestratori, aprendo a uno scontro titanico tra la sua Italia e l’America di Reagan.

La morte del leader socialista è avvenuta all’età di 66 anni, secondo quanto emerso dopo complicazioni dovute al diabete mellito (malattia che lo aveva costretto al primo ricovero milanese nel 1990).

Bettino Craxi
Fonte foto: https://it.wikipedia.org/wiki/File:Craxi_congresso1.jpg

Chi è la moglie di Bettino Craxi e i loro figli

Anna Maria Moncini è la moglie di Bettino Craxi, sposata nel lontano 1959 e al suo fianco fino alla morte. Per tutti Anna Craxi, è madre dei due figli dello statista: Stefania e Bobo Craxi.

La primogenita, Stefania Gabriella Anastasia Craxi, è nata a Milano nel 1960 ed è una politica italiana, con una storia di sottosegretario agli Esteri e presidente onorario della “Fondazione Craxi”. Deputata, tra il 2006 e il 2013, è diventata senatrice nel 2018.

Il secondogenito, Vittorio Michele Craxi – detto Bobo – è nato nel capoluogo lombardo nel 1964. Anch’egli, come padre e sorella, ha intrapreso la via politica diventando sottosegretario di Stato agli Affari esteri con delega ai rapporti con l’Onu nel secondo governo Prodi.

Dove viveva Bettino Craxi: l’esilio

Gli anni ’90 sono un covo di guai giudiziari per Craxi, che nel 1992 è finito nel vortice dello scandalo ‘Tangentopoli‘. Lo statista ha sempre respinto l’accusa di corruzione, fino alla morte, pur ammettendo di sapere che il partito – al pari di tanti altri, a suo dire – avrebbe accettato fondi illeciti.

Per chi ne ha sostenuto la posizione, Craxi fu un vero innovatore nel tessuto politico nazionale e internazionale, poi costretto alla fine in esilio da sinistri giochi di potere. Per chi è avverso alla sua lettura delle cose, fu un ‘latitante’.

Nel 1993, è stato protagonista di un lancio di monetine subito da alcuni contestatori fuori dall’hotel Raphael, a Roma. Due le condanne definitive a suo carico, per corruzione e finanziamento illecito al PSI.

Al momento del ritiro del passaporto, nel 1994, Craxi era già in Tunisia, dove ha vissuto fino alla morte. Hammamet, città in cui ha scelto di concludere la sua esistenza lontano dall’Italia, è la stessa terra in cui la vedova Craxi ha scelto di restare. Suo marito vi è sepolto.

…e il film ‘Hammamet’

Hammamet non è solo il nome della città tunisina in cui Craxi è morto, ma anche il titolo del film di Gianni Amelio, uscito nel 2020, che ha visto l’attore Pierfrancesco Favino nei panni dello storico volto del PSI.

La pellicola dedicata al leader socialista, a 20 anni dalla sua morte, ripercorre gli ultimi 6 mesi di vita di Bettino Craxi tra malattia e definitivo declino. Parte delle riprese si è svolta nella vera villa di Craxi.

5 curiosità su Bettino Craxi

• “Craxismo” e “craxiano” i termini che sono stati usati spesso per delineare la sua politica in senso dispregiativo.

Antonio e Rosilde Craxi sono i due fratelli dello statista, entrambi deceduti.

• Come riporta ilDubbio.news, Craxi aveva un gatto di nome Nerino, che sarebbe morto poco dopo la sua scomparsa.

Patrizia Caselli, autrice e conduttrice tv, è stata la sua ‘compagna‘ (non ama la definizione di ‘amante’, come ha precisato nella sua intervista al settimanale Oggi) e lo ha seguito in Tunisia lasciandosi alle spalle la carriera in Rai.

• Sua prima amante fu Ania Pieroni, che avrebbe incontrato Craxi, per la prima volta, al “Circolo Filippo Turati” del PSI. Per lui avrebbe chiuso con il conte Roberto Gancia, all’epoca suo fidanzato.

Fonte foto: https://it.wikipedia.org/wiki/File:Craxi_congresso1.jpg

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ultimo aggiornamento: 10 Gennaio 2020 13:27


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